I post di questo dossier si devono leggere partendo dall'alto, cioè dal primo che segue questo avviso.

20.12.08

OdC Caritas tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90: immagini d'epoca!

La mitica casetta



Dario D'Amato, Paolo Ferrero e Beppe Geraci



Accanto a Damiano Accattoli, obiettore del 1989, due ragazzi... fra cui Luca Perrone


Dario D'Amato e Beppe Geraci nella casetta appena svegliati

Lele Mosso alla Torre di Varigotti
Le foto sono tratte dall'archivio di Eros Soro che qui ringraziamo
 ***********
Un saluto anche a 
Davide Livermore
che è stato uno dei nostri alla Falchera

29.7.07

FLASH BACK: 15 ANNI FA Operatori sociali volontari alla Falchera

SONO GLI OBIETTORI DELLA CARITAS


La Comunità Obiettori di Coscienza Caritas opera in modo capillare in Borgata Falchera coinvolgendo direttamente i ragazzi della zona, con i quali gli obiettori stessi condividono molti pomeriggi sulle strade. Le attività che svolge la Comunità sono molteplici e, tra queste, una mediazione tra le agenzie educative presenti sul territorio quali parrocchie e polisportive; il potenziamento delle agenzie educative con l'affiancamento di obiettori destinati a seguire i ragazzi segnalati per l'assistenza; l'individuazione di punti di aggregazione spontanei sorti nel quartiere; l'organizzazione di un corso biennale per la quarta e la quinta elementare al fine di prevenire quell'incomunicabilità che può generare una violenza strisciante; l'attività di doposcuola, che è stata appena avviata per conto del Centro d'Incontro della VI Circoscrizione; un corso di formazione per il volontariato consistente in incontri mensili rivolti ai volontari del quartiere, che si svolgono presso la parrocchia Gesù Salvatore, con l'intervento di competenti in psicopedagogia; da ultimo, la Comunità sta preparando un corso di chitarra aperto a tutti i giovani del quartiere.
Intanto fra i palazzi della Falchera si perpetuano fatti e misfatti... anche se c'è gente che fa finta di non vedere e non sapere. Gli OdC operano proprio in questo scenario certamente inquietante, nel quale la ghettizzazione è il fatto più evidente.
Dario Coppola
Questo articolo è stato pubblicato il 22/04/1993 su
Reporter Torino,
settimanale indipendente di vita cittadina

VENTI DI GUERRA E... PACE

Stiamo assistendo con frequenza a un modo particolare di agire (distruttivo) tipico dell'uomo, che impegna se stesso al fine di risolvere i conflitti e, così facendo, ne origina invece, con aberranti paradossi, altri più grandi.
Non può l'uomo controllare, gestire, né contenere tutti i conflitti che da lui stesso partono; l'uomo pensa di cercare in sé l'origine del bene... Anche il ladro cerca un bene al quale tendere, che per lui coincide col rubare, come diceva già san Tommaso.
L'uomo cerca la vita e trova la morte. Un ostacolo si frappone tra l'io e Dio, origine del bene e della vita, per i credenti. Dio, tuttavia, si trova anche nell'uomo, perché essendo ovunque penetra nel cuore umano stesso, come già diceva sant'Agostino.
Non deve abbattersi l'animo umano, già ripiegato su se stesso in una forma di depressione collettiva. La scoperta dei limiti umani, sul piano scientifico (medico, terapeutico...) contribuisce a una regolazione migliore per calibrare le operazioni realmente possibili al meccanismo mentale umano (l'uomo non è certo Dio, non è perfetto...). L'uomo, ripiegato su di sé, si comprende meglio e, dopo qualche brusco sconvolgimento esplosivo, si acquieterà con una capacità in più: l'aver fatto esperienza dei motivi, delle cause e delle conseguenze delle possibilità reali della pace! Non però quella pace dei cimiteri... (r.i.p.!!), facile a realizzarsi laddove c'è assenza di vita, e non solo assenza di guerra. Ma quella possibilità intelligente di opposizione non-violenta, che necessita una dose considerevole di energia vitale da impiegare e spendere per la promozione umana:
  • dalla pace del cuore (l'io, secondo le topiche freudiane)...
  • ...alla pace della persona (la capacità dell'io di incontrare e ben relazionare con un tu)...
  • ...alla pace della comunità (vedendo minacciati gli equilibri di giustizia, le profonde convinzioni pacifistiche si trasmettono, grazie ai movimenti pacifisti, perché possano tradursi presto - non è mai troppo tardi - in costituzioni legislative per affermare il diritto di ognuno alla pace).

Paradossalmente, a conclusione di questo estemporaneo sfogo, ecco emergere una speranza:

più l'uomo evolve e più ha la possibilità di guerreggiare sempre meglio, purtroppo, ma anche ha la possibilità di realizzare sempre meglio la pace... quella vera!

Riempie il nostro cuore di speranza pensare alla notte di Praga, quando un'intelligente e ironica azione di pace ha fatto fallire un piano di guerra: vennero modificati e stravolti tutti i cartelli della segnaletica stradale per disorientare coloro che vagano armati, perché ancora non hanno trovato... la via della pace.

Dario Coppola

Questo articolo è stato pubblicato nel giugno 1993 su Panorama Obiettori

28.7.07

LA DOSE DELL'AMORE

La Falchera, così chiamata perché in tempi remoti era una zona boschiva nella quale si constatava la presenza di falchetti, durante le varie fasi di urbanizzazione e di accoglienza degli immigrati, è stata gradualmente trasformata in un quartiere periferico, grazie al contributo di vari enti, tra i quali l'INA-Case. Si è provveduto alla costruzione di caseggiati che riprendono lo stile svedese, con prati che richiamano (alla lontana) paesaggi inglesi.
Nel progetto urbanistico, della fitta vegetazione boschiva sono da allora rimasti solo i nomi che indicano pressoché tutte le strade; è la via delle Querce, infatti, a delimitare l'altro confine cronologico e topografico della storia del quartiere, quando intorno agli anni settanta un secondo progetto di ampliamento ha generato la cosiddetta Falchera Nuova.
Nell'inquietante labirinto fatto di torri e serpentoni rossi e bianchi (date le forme dei palazzi allora costruiti) con ampi spazi verdi, a ridosso della tangenziale che immette sull'autostrada A4 per Milano, abita in via degli Ulivi 25 la comunità degli OdC Caritas che vive le sue alterne stagioni tramandandosi, di gestione in gestione, un unico messaggio segreto, perché in questi casi è meglio fare che dire.
Il nostro sforzo è volto a ricercare una convivenza più pacifica, meno inquieta e reattiva.
Tutto ciò si riversa in un'operazione che coinvolge direttamente i minori-a-rischio, con i quali gli obiettori condividono molti pomeriggi sulle strade; e indirettamente i primi loro formatori rintracciabili nelle famiglie che, anche se fisicamente presenti, in ultima analisi, non funzionano poiché mancano dell'elemento aggregativo primario e fondante: l'affetto sano ed equilibrato per poter donare e dosare l'amore. In molti casi, mancano tali premesse e, invece della dose dell'amore si preferisce l'amore della dose... da quella di droghe leggere (gli spinelli di marijuana non vanno demonizzati oltremodo, per fingere di mettere a posto le coscienze con sterili moralismi) a quella di droghe molto pesanti, che circolano a Falchera lasciando evidenti tracce nei giardini di piazza Volgograd, nelle vicinanze del Centro Commerciale e davanti al Centro d'Incontro del quartiere.
Gli obiettori lavorano anche con i minori che spesso sono strumentalizzati (come pali) dai piccoli capi che controllano lo spaccio.
Il lavoro relativo alla tossicodipendenza, per il nostro gruppo, tuttavia è possibile - soprattutto - nell'ambito della prevenzione, attraverso un cammino educativo che gli obiettori organizzano in fasi diverse lavorando con i bambini già dalle scuole elementari, e fino ai primi anni delle superiori, attraverso l' Ed.a.P. (Educazione alla Pace), il doposcuola, i campi e le uscite con proposte legate all'impegno ludico-formativo.
Perciò come fondi necessari per il servizio, il gruppo OdC di Falchera ha richiesto alla VI Circoscrizione di Torino il finanziamento relativo alla legge 162/90, art. 106, sulla prevenzione della tossicodipendenza.
Per gli educatori che desiderano impegnarsi in tale opera gli obiettori hanno organizzato un corso mensile di formazione al volontariato.
Fra i numerosi interventi, vogliamo qui segnalare quello di Ernesto Gada, che ha affrontato (davanti a un'assemblea di venti persone di Falchera) l'argomento in modo analitico ed esperienziale, fornendo chiavi di lettura per comprendere il problema della droga, in vista di un impegno per recuperare i tossicodipendenti, chiamati - in gergo - i tossici.
Questo momento storico è segnato da seri interrogativi circa le metodologie migliori per il recupero del tossico che possono rientrare in un ambito morale. I dubbi non devono però fermare le coscienze dei volontari e di chiunque si occupi di recupero.
Occorre che le coscienze si muovano (cominciando da quelle degli obiettori).
Dario Coppola
Questo articolo è stato pubblicato nel maggio 1993 su
Panorama Obiettori,
periodico degli OdC Caritas del Piemonte
(numero monografico sulla tossicodipendenza)

1992-93: a "Gesù Salvatore" di Falchera, gli OdC realizzano il CORSO DI FORMAZIONE PER IL VOLONTARIATO

Il gruppo O.d.C. (Obiettori di Coscienza) Caritas, che opera nella borgata, ha organizzato un corso di formazione al volontariato, durante la stagione 1992-93, che ha visto partecipare, di volta in volta, diversi competenti che si occupano del disagio giovanile al fine di prevenirlo o di contrastarlo. Il corso è iniziato a ottobre con un incontro sul tema "Conoscere il territorio in cui operare" in cui è intervenuto il dottor Luciano Tosco, direttore dei Servizi Sociali di Falchera, che ha affrontato la problematica, presentando l'impegno delle strutture pubbliche per il quartiere e il rapporto che intercorre fra la circoscrizione e privato-sociale (cioè il volontariato).

Il secondo tema affrontato, a novembre, da fratel Domenico Carena, cottolenghino, ha messo in chiaro le "Cause sociologiche del disagio", partendo dal senso più profondo che spinge un volontario al servizio. Molte volte le cause del disagio minorile dell'assistito si trovano proprio nelle motivazioni del volontario assistente.

A dicembre, il filone portante del corso è stato sviluppato attraverso l'intervento del dottor Bruno Ramondetti: dall'incontro sono emerse le "Cause del disagio nella crescita psicologica" . Occorre analizzare le cause che stanno all'origine del problema: talvolta proiettiamo un nostro disagio che confondiamo con un presunto disagio dei giovani da noi assistiti.

L'adolescenza è un luogo di disagio. E' molto importante il modello dei genitori perché sono le situazioni familiari, infatti, a creare il disagio. Così, a gennaio, il dottor Ernesto Gada ha analizzato la "Psicologia degli adolescenti sul modello dei tossicodipendenti", fornendo anche consigli utili a chi volesse intraprendere un servizio a favore del recupero dei tossicodipendenti.

Il dottor Jean Marcel Tefnin ha trattato, a febbraio, con la compartecipazione della dottoressa Momi Merana, la "Differenza fra l'educazione e l'animazione". I relatori hanno fornito utili elementi teorici di base per la gestione dei gruppi, chiarendo le modalità secondo le quali il concetto di adolescenza è cambiato e gli adolescenti sono cambiati, negli ultimi decenni. La metafora usata per indicare il concetto dell'educazione è stata quella della coltivazione e della semina in vista della fruttificazione.

Jean Marcel Tefnin ha ancora incontrato, a marzo, l'uditorio (sempre più selezionato) dei volontari di Falchera trattando specificamente "Casi concreti di problemi psicopedagogici" e fornendo, con la collaborazione della dottoressa Angela Brumana, interessanti confronti sui casi standard.

Così è stata realizzata la base portante del corso, che ha offerto un'analisi per una comprensione del disagio giovanile.

A conclusione degli incontri sono state inoltre presentate delle esperienze concrete, fra aprile e giugno, sui temi: "Pace e Disagio" a cura dell' U.P.P. (Ufficio Promozione Pace) del gruppo Caritas e una proposta per la conoscenza dei gruppi operanti, a favore dei minori, che sono stati rappresentati, questa volta, dall'A. C. R. (Azione Cattolica Ragazzi).

Nell'attesa di programmare per l'anno prossimo un secondo corso, abbiamo donato attraverso queste pagine alcuni spunti che possano muovere le coscienze... ma non solo quelle degli obiettori.

dcop

Questo articolo è stato pubblicato nella rubrica
"Le attività degli obiettori di coscienza"
nella prima pagina di maggio 1993 sul foglio n. 6 (anno 1) del settimanale locale
Gente di Falchera


Dopo aver ben ricucito i rapporti con

don Giuseppe Sibona,

parroco di Gesù Salvatore,

che ci ha appoggiato, fra l'altro, per promuovere il corso rivolto ai volontari, mentre ci accingevamo,

con firme ufficiali al Centro di Moncalieri, a inaugurare la nuova abitazione, come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia dell'improvviso cambio del parroco.

Un cambio determinante, che annulla i lavori di un anno di fatiche di don Beppe e nostre...

Nonostante la breve permanenza del nuovo parroco (due anni), don Antonio Ferrara non solo fa abbattere la casetta degli obiettori ma non concede l'avvio del progetto del 1993 che prevedeva l'abitazione nuova degli OdC nella mansarda della casa parrocchiale.

Questo sarà determinante per la chiusura del nostro Centro.

1993: LE DENUNCE DEGLI OdC: IL RAPPORTO DIFFICILE FRA LA CRITICA E LE ARMI


Pare proprio che lo Stato italiano, di fronte ai suoi enormi problemi di sicurezza, non faccia passi da gigante. Un esempio clamoroso si trova nell'identificazione ormai tardiva dell'assassino di Simone Allegretti e, purtroppo, anche di Lorenzo Paolucci, quando, per un anno circa, si è lasciato tranquillamente che Luigi Chiatti proseguisse nella sua follia omicida.

Pensiamo che molti, con rabbia, abbiano ascoltato le dichiarazioni della polizia, nell'ammettere questo grave errore e, al tempo stesso, banale; un errore che è costato un'altra vita.

Con altrettanta rabbia, qualcuno avrà ascoltato le dichiarazioni della psicoanalista che aveva in cura Luigi Chiatti, nel minimizzare un comportamento violento, sia pure di un uomo malato.

Noi siamo tra quelli che vogliono denunciare qualsiasi promozione, anche sottile, di violenza; basta poco a suggerire, incoraggiare o tacitare la violenza. Ed è facile anche chiedere scusa per aver lasciato libertà di agire violentemente.

Ricordiamo che proprio a Falchera, in un'ultima "retata" dei carabinieri, per la verità un controllo..., sul territorio frequentato dai giovani, sono stati fermati per un quarto d'ora tutti quelli che non c'entravano nulla... (compresi noi!). Quei carabinieri sono poi andati via senza concludere niente, poco prima che, nello stesso posto, si verificasse l'ennesimo spaccio.

Qui vogliamo sollecitare la coscienza di chi, potendo anche fare uso delle armi, difficilmente usa quelle della logica, della critica... per un razionale impiego delle proprie energie strategiche non violente.

Non bisogna confondere la difesa non violenta con la statica e inerme contemplazione delle azioni violente.

Qui, però, siamo al paradosso: la difesa armata si è sclerotizzata in un'agghiacciante paralisi della ragione. E non vogliamo pensare che questo sia avvenuto anche nella coscienza.

dcop


Questo articolo è stato pubblicato nell'ottobre 1993 nella rubrica
"PROGETTO PACE: La Voce degli Obiettori della Caritas alla Falchera"
sul foglio settimanale Gente di Falchera

1993-94: OBIETTORI CERCANO CASA A FALCHERA

Dopo dieci anni di intemperie e le continue incursioni dei ragazzi la baracchetta di via degli Ulivi 25 è ridotta in uno stato di fatiscenza. Non ci sono più acqua, luce, riscaldamento, il pavimento è marcito e il tetto non offre più riparo dalla pioggia. La Caritas aveva trovato un alloggio provvisorio, di proprietà del Cottolengo, in strada delle Maddalene 366, dove la comunità Falchera ha vissuto per circa sette mesi ma, alla fine di settembre, è arrivato inesorabile lo sfratto. Inutilmente gli O. d. C. hanno tentato una mediazione per ottenere il permesso di rimanere fino a che si fosse trovata una soluzione decorosa e adatta alle esigenze di una comunità complessa come la nostra (mancanza di orari fissi, impegni serali, ecc.).

Attualmente siamo costretti a lavorare in condizioni precarie, senza sede, senza recapito e senza il supporto che solo una casa (per modesta che sia) può dare. Per giungere sul luogo di lavoro gli obiettori sono costretti a fare lunghi viaggi: il sottoscritto abita in provincia di Novara e Gabriele Livio, appena entrato in servizio, dalla parte opposta della città. Questi grossi disagi, che affrontiamo giornalmente, rendono ancor più duro il servizio. Inoltre, il congedo di Dario Coppola e il trasferimento di Giorgio Riccardi hanno dimezzato l'organico.



Nota felice della situazione: siamo riusciti a mantenere aperte tutte le attività previste, grazie alla preziosa collaborazione dei volontari che negli ultimi anni si sono preparati per rendere autonome tutte le iniziative proposte dal nostro gruppo: in particolare, ricordiamo gli allenatori della Polisportiva Arcobaleno e i doposcuolisti de Il Discolo.



Nell'attesa di sapere se e quando ci verrà assegnato un nuovo alloggio vogliamo ringraziare tutti coloro che lavorano al nostro fianco e che, in questo particolare momento, si sentono abbandonati.



Mauro Cilloni









E' arrivato il momento del commiato per due di noi:
Dario e Giorgio. Il primo si è congedato, mentre il secondo è stato trasferito in un altro centro operativo. A loro la comunità degli obiettori di Falchera augura di vivere sempre in modo non violento e di trovare la pace e la serenità del cuore.



M.C.



Questo articolo è stato pubblicato nella rubrica
"Progetto PACE: la voce degli obiettori della Caritas della Falchera"
del numero di novembre 1993 del mensile locale
Gente di Falchera












Con il congedo di Mauro Cilloni,


il Centro Falchera


viene chiuso


dal responsabile OdC Caritas


Jean Marcel Tefnin.


L'altro obiettore in servizio,


Gabriele Livio, viene trasferito al


Centro Studi di Moncalieri,


sede centrale degli OdC Caritas.

(nella foto: Tamié 1993, ritiro di alcuni OdC fra i quali, al centro, si riconosce il responsabile Jean M. Tefnin)

27.7.07

1995: GLI OBIETTORI NON CI SONO, MA SI FANNO SENTIRE!

C'è un limite alla facile strumentalizzazione? All'utilizzo delle risorse destinate a chi non ha voce in capitolo (come i minorenni, ad esempio)?
Pare di no! Ormai, da qualche tempo, sembra che un'associazione di volontariato - e tali associazioni non sono purtroppo regolate legalmente, in modo tale da poter sottostare a un serio controllo - , fondata per il recupero dei minori a rischio della Falchera (la Polisportiva Arcobaleno) persegua altri interessi educativi... sicuramente non più rivolti ai minori... né, tanto meno, ai minori a rischio.

Quell'associazione si è unita ad un'altra, fondendo con essa anche il nome, unico segno di serenità e di pace che le rimane; nome che gli obiettori di coscienza Caritas, a suo tempo, le diedero. Si chiama ora Polisportiva Arcobaleno-Volleylui (n.d.r.).

Punto dolente: pare che siano state effettuate spese da questa nuova gestione, utilizzando i finanziamenti già destinati al recupero dei minori a rischio!

Ora... se questo è vero... - e così pare, dalla documentazione fornitaci dai volontari collaboratori della nuova... polisportiva - ciò è inammissibile!

Non si può non segnalare tale atto di aggressività e negazione nei confronti dei più indifesi, i minori, che hanno anche perso chi tutelava alcuni loro diritti (gli obiettori, ad esempio).

A chi ha compiuto coscientemente questo atto, desideriamo rivolgerci come Cicerone fece con Catilina: "Quousque tandem abutere patientia nostra?" e se chi può capire non lo ha fatto ancora... liberamente traduciamo:"Fino a quando si abuserà della altrui pazienza?".

I Cavalieri Inesistenti


Questo articolo è stato pubblicato il 10/11/1995 nella rubrica
'La Voce degli Obiettori'
sul periodico locale Gente di Falchera

26.7.07

INTERVISTA A DON SANDRO per "GENTE DI FALCHERA" di Dario Coppola



Don Alessandro Monchiero è il nuovo parroco di "Gesù Salvatore", e ritorna a Falchera, perché come dice lui stesso "tutta la borgata possa beneficiare " della sua "opera pastorale, in piena collaborazione con tutti, senza barriere topografiche".


Originario di Bra (Cuneo), 43 anni, don Sandro ha già ricoperto l'incarico di vice parroco a Falchera dal 1977 al 1981.


Successivamente, dal 1981 al 1993, il sacerdote ha svolto il servizio pastorale fuori dalle strutture parrocchiali, al "Corpus Domini" di Torino, dove ha fondato l'associazione IEM (Iniziative di Emergenza) per fronteggiare la richiesta di soccorso dei più bisognosi.


Dal 1993 a oggi, le necessità ecclesiali hanno chiamato e condotto don Sandro ad aiutare la parrocchia "Gesù Cristo Signore" (non lontana da Falchera). Si può dire che, in quel frangente, sia nata dal nulla una comunità attiva e impegnata.


Don Sandro è, ancora una volta, obbediente alla chiamata di Cristo e della sua chiesa.


"Fin da piccolo" - ci dice - "sono stato educato all'obbedienza".


Dal 4 novembre 1995 è, di nuovo, a Falchera mantenendo l'incarico anche presso la parrocchia "Gesù Cristo Signore" di via Scialoja.




Come ci si ritrova, dopo 15 anni di assenza, di nuovo a Falchera?


"Quando si è giovani si vuole incendiare il mondo: ci si vede 'incendiari' di un immaginario 'sessantotto', di un continuo voler cambiare. Quando si invecchia si capisce la differenza tra ideale e realtà. Ma si rischia di passare da 'incendiario' a 'pompiere'; è un pericolo da evitare. Nonostante gli acciacchi di salute, sento ancora la voglia di 'incendiare'. Se è vero che è Cristo è risorto; anche se ci troviamo in una situazione di 'acqua ferma' possiamo, veramente, creare una 'tempesta'".


Cristo stesso è venuto a portare la guerra e non la pace (sia ben inteso il senso); egli è 'una spada', 'un fuoco' venuto a infiammare il mondo. Dunque, con te, don Sandro avremo una ventata di creatività. Il condurre due parrocchie è anche uno stimolo creativo? Ci sarà la possibilità di unire le due parrocchie che tu guidi? E con la parrocchia di San Pio X di Falchera Vecchia quali rapporti vorrai iniziare?


"Non dipende da me; ma, nell'animo, c'è questa voglia di unificazione. Ogni cosa deve però maturare."


Ci sarà un dialogo con i servizi sociali del territorio della VI circoscrizione?


"Lo spero, perché non ho nessun pregiudizio. Importante è la chiarezza e l'unità di intenti, che non ci limita a portare avanti solo le proprie bandiere, ma ci chiama ad aiutare la gente. Gesù dice:'Il vostro parlare sia sì, sì e no, no. Il resto viene dal maligno.'"


Cosa pensi della richiesta (a furor di popolo) fatta dalla gente della Falchera per il ritorno degli obiettori di coscienza della Caritas nel territorio?


"La richiesta è dovuta alla necessità. Il ritorno è voluto dal bene stesso che gli obiettori hanno lasciato. E' un segno. Un segno del bene, corso attraverso il nostro quartiere, le nostre strade alberate, le nostre famiglie: il segno, dal 1993 a oggi, è ancora vivo. E' favoloso sapere che vi siano persone che dedicano del loro tempo agli altri. E non abbiamo bisogno di quegli obiettori che pensano solo al loro stipendio mensile, ma di obiettori convinti."


Anche se guadagnano poco, e lo Stato non pensa molto a loro, finora...


"Io spero nell'intima collaborazione con gli obiettori Caritas del quartiere, con i servizi sociali, con il quartiere, con la biblioteca... sempre in vista del bene di tutti, nell'unità."
dcop
Questa intervista del dicembre 1995 è stata pubblicata su Gente di Falchera

NOTIZIE DALLA BIBLIOTECA a cura di Vittorio Leode


Recentemente la Biblioteca ha ricevuto in dono un libro dall'autore Dario Coppola, che ha come titolo "Per una nuova scelta. Rilettura del legame Dio-uomo", edito nel 1995 dalla Firenze Atheneum. [...]

Noi abbiamo [...] imparato ad apprezzare, nel campo sociale, l'amico Dario quando egli, qualche anno fa, prestava servizio ciovile come obiettore Caritas presso la nostra borgata.

Il libro, tra l'altro, è proprio dedicato a [...] quel ricordo e noi intendiamo a questo punto trascrivere testualmente ciò che ha impresso sulla prima pagina [...]:


"Alla mia famiglia. Ai miei studenti. A quanti frequentano il liceo classico e il ginnasio e vivono nel quartiere di Torino Falchera E2 e Falchera Vecchia. E a quanti ho incontrato, durante il mio servizio civile (tra dolori e gioie) entusiasmante a Falchera".


Dunque grazie, Dario, per quello che hai fatto nella nostra borgata e per quello che intenderai ancora fare qui da noi come volontario. Inoltre tanti auguri per il tuo libro!

V. L.


Questo pezzo è stato pubblicato il 15/01/96 sul periodico locale Gente di Falchera

MAGGIO FALCHERESE '97


L'Assessorato per le Risorse Culturali, la VI Circoscrizione della Provincia di Torino, il Centro di Incontro Lucio Lombardo Radice, il Comitato Spontaneo del Quartiere Falchera, il Pro Comitato Leonardo da Vinci, la P. G. S. Conquista, il Comitato Spontaneo Quartiere Zona E2, Gente di Falchera, Ariele, PAX, in collaborazione con Scuola Media Statale Leonardo da Vinci, e con Biblioteca Civica Falchera hanno organizzato la seconda edizione del
MAGGIO FALCHERESE
Programma
sabato 3 maggio ore 16
SFILATA MAJORETTES
e
BANDA MUSICALE
partenza da Falchera Sud
10 maggio ore 21
lo scrittore DARIO COPPOLA interviene sul tema
SUGGESTIONI RELIGIOSE nella MUSICA ROCK
con ascolto di brani riprodotti su nastro,
ed eseguiti dal vivo dai giovani del quartiere
nella sala riunioni della Biblioteca Civica Falchera
domenica 11 maggio ore 21
BALLO LISCIO
con l'ORCHESTRA di DANIELE PANIATI
all'Oratorio S. Pio X
(in caso di maltempo,
alla palestra
dell'ex scuola Pablo Neruda)
e per tutto il giorno
FALCHERA COME PICCOLA MONTMARTRE
pittori in piazza
a c. d. Galleria AREA di Torino
in Piazza Falchera
sabato 17 maggio ore 21
convegno sul tema
DISPERSIONE, DEVIANZA E DISAGIO GIOVANILE:
COSA FANNO LA FAMIGLIA, LA SCUOLA, LA SOCIETA'?
alla scuola Leonardo da Vinci
venerdì 23 maggio ore 18
premiazione
GIARDINI PIU' BELLI
nella sala riunioni della Biblioteca Civica Falchera
dal 23 al 31 maggio
per tutto il giorno
mostra
PITTORI DI BORGATA
a c. d. ENZO BRIACESE
presso la Biblioteca Ragazzi
sabato 24 maggio ore 21
CORO "LA GOCCIA"
nell'intervallo:
spettacolo a c. d. TEATRO STABILE FALCHERA
nella sala polivalente S. Pio X
domenica 25 maggio
per tutto il giorno
FESTA DELLO SPORT
all'oratorio S. PioX
mercoledì 28 maggio ore 21
OSSERVAZIONI CON IL TELESCOPIO
a c. d. WALTER FERRERI
dell'Osservatorio Astronomico di Torino
sul terrazzo dell'ex scuola Pablo Neruda
giovedì 29 maggio ore 20.30
CUBAN JAZZ PROGRESSIV TAURINORUM BAND
di VITO RUTIGLIANO
sabato 31 maggio ore 10.30
LEONARDO IN ARTE
musica, teatro, poesie (con premiazioni)
dei ragazzi della scuola media Leonardo da Vinci
ore 21
CECE'
di LUIGI PIRANDELLO
a c. d. Teatro Stabile Falchera
nella scuola media Leonardo da Vinci
domenica 1 giugno ore 18.30
SFILATA
della
BANDA MISICALE dei VIGILI URBANI
della CITTA' di TORINO
partenza da Falchera Nord
ore 21
conclusione della manifestazione con
CONCERTO DI MUSICA CLASSICA
nella scuola Leonardo da Vinci

OBIEZIONE... MA A CHE COSA?


Riuscire a essere esauriente nella definizione di O.d.C. è un'impresa a dir poco ardua, specialmente nelle poche righe di un articolo, ma proviamoci!

Innanzitutto vediamo cosa dice l'ordinamento giuridico. secondo la legge del 1972 è facoltà di ogni cittadino chiamato a prestare il servizio di leva obiettare, cioè scegliere l'alternativa del servizio civile sostitutivo presentando una regolare domanda nei tempi e nei modi previsti dalla legge in base ai propri convincimenti morali, religiosi o sociali.

Questa potrebbe sembrare la spiegazione più ovvia e semplice che però,
pur delineando chiaramente cosa significa prestare servizio civile, spesso conduce al più grosso errore in questo campo: confondere tale servizio con l'obiezione di coscienza.


Il servizio civile infatti è solo un momento della vita di un obiettore, il momento in cui, a una chiamata per prestare un servizio, che non ritiene, secondo coscienza, civile..., questi va contro coscienza, e risponde: "No, non posso!". Egli è fermamente convinto che non può far parte di un apparato che usa la violenza, la sopraffazione, la repressione e, in generale, la logica delle armi come mezzo di risoluzione dei conflitti.


L'obiezione di coscienza è il principio che sta alla base di questa scelta.

Obiettore è colui che, quindi, cerca di vivere pienamente questa mentalità, applicandola nella vita quotidiana, prima e dopo il servizio civile, sforzandosi di modificare, nel suo piccolo, il mondo che lo circonda. L'obiettore, infatti, non può limitarsi a un rifiuto o a un sottrarsi a dei doveri, ma completarsi con un impegno ad agire, affinché ciò per cui lotta diventi realtà quotidiana.

La redazione


Questo articolo è stato pubblicato il 15/01/96 sul periodico Gente di Falchera

25.7.07

INTERVISTA A UN VECCHIO AMICO di Vittorio Leode


Dopo un lungo periodo di assenza, gli obiettori pare siano ritornati ad operare alla Falchera.
Chiediamo a un obiettore della Caritas in congedo, Dario Coppola, che ha già lavorato nella nostra borgata, notizie più precise.

E' vera la notizia secondo la quale sono tornati gli obiettori alla Falchera?

Sì, è una notizia non soltanto fondata ma ufficializzata. La Caritas diocesana ha riaperto la convenzione per il ritorno degli obiettori, ma finché non "parte" il Centro non posso io rilasciare dichiarazioni ufficiali.

Quale ruolo ricopriresti tu?

A livello legale nessuno. Ho semplicemente fatto opera di mediazione fra l'ormai possibile futuro e il passato storico degli obiettori a Falchera. Io, in un certo senso, ne rappresento l'ultimo capitolo. Ricordo che l'allora mio responsabile mi definì l'ultimo dei "kamikaze". Offrirò, insieme a Lele Mosso, mio compagno di quell'esperienza, e a Giovanni Moccia, un altro O. d. C. Caritas che ha fatto molto per il Centro in passato, una disponibilità per instradare il lavoro che don Sandro vorrà svolgere e che la Caritas chiederà. Potremmo, gli altri ed io, essere ancora utili per collegare gli operatori con le agenzie educative e per la selezione degli obiettori, come del resto è indicato sul Progetto Riapertura del Centro, che per conto di don Sergio Baravalle ho dovuto stilare. Tuttavia il rappresentante legale tecnico è il sig. Raffaele Olivieri, futuro diacono permanente, che abita a Falchera.

Auguri per questo nuovo corso di eventi, allora!

Ne abbiamo bisogno! Soprattutto ne ha bisogno la borgata, alla quale mi sento molto "legato"... Nei prossimi mesi dovrebbe ricominciare un'avventura, ancora una volta, entusiasmante.

V. L.



Questa intervista è stata pubblicata il 30/06/1996 sul periodico Gente di Falchera

1996 - 97: IL CENTRO RIAPRE MA...


A due anni dalla redazione del Progetto Riapertura è già necessario un bilancio.

Il Centro O. d. C. Falchera della Caritas è stato riattivato alla fine del 1995.

Luca Astolfi si reca a Falchera per la riapertura ufficiale della convenzione. Furono precettati tre nuovi obiettori nel 1996: Pietro Greco, che ha svolto il servizio civile per un paio di mesi di duro impegno, rinunciandovi successivamente per incompatibilità con le direttive del responsabile generale don Sandro; Beppe Panzica e Orazio Puccio (congedati nel '97), che hanno svolto il loro servizio fra molte asperità. Pionieri di questa svolta storica del Centro, Panzica e Puccio hanno prevalentemente ricoperto mansioni di assistenza pratica estenuante, alla dura scuola di don Sandro, col quale hanno stretto un rapporto molto vivace. Ciò non è bastato a motivarli in vista di una prosecuzione del lavoro, in linea col nostro progetto. Nel febbraio 1997, Panzica e Puccio hanno lasciato il Centro, cercando di resistere fino in fondo, sollecitando mediazioni attraverso colloqui con Astolfi e con Coppola, per capire le due diverse concezioni del ruolo dell'obiettore: 1) secondo il progetto Caritas; 2) secondo il parroco della Falchera.

Il Centro è rimasto così sguarnito di obiettori dal 1997.


Nel mese di aprile, una notizia inattesa ha nuovamente scosso il corso storico degli eventi: improvvisamente, è morto don Sandro.


La parrocchia è così stata affidata a un amministratore diocesano, tornato da una missione (don Bartolo).

La Caritas tuttavia non ha disattivato la convenzione del Centro O. d. C. Falchera.


A ottobre 1997, giunge a Falchera il nuovo parroco: don Dario Monticone, al quale viene riproposto il nostro progetto da vagliare, in vista di una futura collaborazione.

LE BALLATE DEI VECCHI OBIETTORI


Non è facile ripresentarsi, senza continuità, sulle pagine di una rubrica come questa. Anche perché essa rappresenta la voce misteriosa e ancestrale di ectoplasmi lontani, di "cavalieri inesistenti", di ricordi congelati... che pur essendo presenti nella memoria di molti amici della borgata, di fatto, qui e ora, non esistono.

Eppure, dietro le quinte di questa comoedia o tragoedia che dir si voglia, c'è chi ordisce e tesse la trama di una proteiforme vicenda dalle alterne stagioni. Sì, è il destino, la Fortuna o sorte, la tyche, per dirla con i classici.


E' impossibile guidare la sorte, poiché la sua cecità è proverbiale, anzi mitologica. Tuttavia, possiamo ancora una volta illuderci, poiché questo è un gioco che si consuma nel teatro della vita stessa e, perciò e peraltro, ci appassiona nella nostalgia e nella tensione infinita.


Illudiamoci così di poter accompagnare, se non proprio la Sorte (con la S maiuscola), le sorti di quel vascello fantasma che, per più di un decennio, ha solcato questi mari e che, mentre stava inseguendo l'equatore, ha smarrito la rotta per precipitare verso il Polo Sud, proprio come l'imbarcazione di quel vecchio marinaio caro a Coleridge.




Gli obiettori (meglio conosciuti dai ragazzi di qualche anno fa col soprannome "gli obby") sperano di manifestarsi presto, ancora una volta, anzi prestissimo!!


Sono continuamente evocati...




E allora, dalle caligini fosche e tenebrose, tutti speriamo che ritornino per restare: è ancora una speranza di pace.


Questo articolo di Dario Coppola è stato pubblicato il 24/12/1997 sul periodico Gente di Falchera






INIZIO DI UN PERCORSO A RITROSO: 1998


Nella sala conferenze della Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino, si è svolta una giornata (17 dicembre 1998) di riflessione sull'obiezione di coscienza, per ricordare i primi anni (1977-97) di Servizio Civile nel Comune di Torino.

Il programma si è articolato in interventi, fra i quali vanno segnalati quelli di Valentino Castellani, sindaco di Torino; Eleonora Artesio, assessore per il Decentramento e l'Integrazione urbana al Comune di Torino; Giampiero Leo, assessore per la Cultura della Regione Piemonte.

Inoltre , hanno testimoniato, nel seminario (pomeridiano) per amministratori e responsabili di Enti di Servizio Civile, gli O. d. C. (Obiettori di Coscienza) sulla propria formazione nella mediazione dei conflitti sul territorio. A questo dibattito hannjo partecipato, con gli assessori Artesio e Perone, Nanni salio, presidente del Centro studi S. Regis di Torino; Lalia Colfarelli, assessore per la Sanità, Politiche sociale e Sicurezza del Comune di Bologna; Francesco Casciani, assessore per la Qualità della vita del'Associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini;
Duccio Scatolero, del Centro giovanile per la 'gestione del conflitto' di Torino; Carlo Baffert, del Comune di Torino, che si occupa di interventi a favore della pace, solidarietà e cooperazione internazionale; Davide Mattiello, obiettore della G.I.O.C. progetto Lichen di Torino; Edoardo Daneo, del C.I.S.V. di Torino; rappresentanti vari del M.I.R. e della L.O.C.; Luca Astolfi e Dario Coppola, rispettivamente responsabile delegato diocesano della Caritas per gli O. d. C., il primo, e obiettore in congedo, il secondo.

Astolfi ha sintetizzato le linee fondamentali di intervento dell' ente Caritas O. d. C. mentre Coppola, che ha svolto il servizio civile qui a Falchera, all'inizio degli anni novanta, ha presentato il progetto Caritas - O. d. C. per la nostra borgata, in vista dello scongelamento della convenzione del 1995, del quale ha poi parlato Astolfi. Coppola ha così illustrato le fasi di intervento contenute nel progetto Caritas - O. d. C. per Falchera, espresse nella metafora Semina e Raccolto, da attuarsi in dieci fasi:


Semina

1. educazione-alla-pace nelle scuole (Ed. a. p.);

2. diaspora degli obiettori, che "supervisionano" quotidianamente la borgata per individuare i gruppi naturali dei minori a rischio;

3. cantiere: è un lavoro specifico degli O. d. C. in servizio civile nella borgata, conistente nella costruzione di strutture per la formazione dei volontari e degli animatori e, in ultima analisi, per quella dei minori;

4. ponte o mediazione continua fra le agenzie già operanti nel territorio e i minori a rischio;

5. potenziamento delle agenzie educative, quando queste non avessero forze sufficienti quantitativamente e, soprattutto, qualitativamente.


Raccolto

(le stesse fasi della semina, ora considerate a ritroso)


6. potenziamento avvenuto delle agenzie e conseguentemente....

7. ...l'attivazione del ponte sul quale, metaforicamente, passano i minori...

8. ...dopo l'avvio dei nuovi lavori nel cantiere degli O. d. C., che non devono essere gestite più dagli obiettori (questo è fondamentale!);

9. inoltre, la nuova aggregazione di minori è sempre attivata da una continua diaspora, che inaugura altre "semine" per ...

10. ...nuovi corsi (biennali) di educazione-alla-pace.


E proprio l'educazione alla pace è il fine ultimo del progetto.


O. d. C.- Caritas di Falchera


Questo articolo è stato pubblicato il 31/01/1998 su Gente di Falchera, periodico indipendente, suppl. A.S.I., Reg. Trib. 4227/90, mensile di informazione e cultura

**********************************************************************************
AGGIORNAMENTO DEL DICEMBRE 2011
Questo sito-archivio è stato redatto da

Dario Coppola

insegnante e animatore liturgico torinese


Breve profilo biografico - Nato a Torino nel quartiere 1 denominato Crocetta e battezzato nella chiesa di San Secondo, ha trascorso l'infanzia nel quartiere di Borgo San Paolo trasferendosi poi nella zona Lingotto-Mercati Generali corrispondente ora al Borgo Filadelfia di Torino, dove  è entrato fin da bambino nella vita della Parrocchia Madonna delle Rose. Qui ha  partecipato, in particolare, alle attività musicali, dal 1976, entrando nel coro dei bambini come corista e solista.  Dopo le scuole dell'obbligo e il liceo, ha proseguito gli studi alla Facoltà Interreligiosa degli Studentati Teologici di Torino, a S. Marco di Firenze, e a Chieri frequentando i corsi dello Studium filosofico S. Tommaso d'Aquino, affiliato alla Pontificia Università San Tommaso di Roma. Ha continuato poi la formazione all'Istituto Superiore di Scienze Religiose a Torino e, contemporaneamente, iscrivendosi al corso di laurea in filosofia all'Università statale di Torino. Dal 1980 al 1982 ha fatto parte del Complesso vocale polifonico Musica Laus  diretto dal domenicano Padre Luigi Mulatero, del quale è divenuto discepolo e poi sostituto  cantore e organista fino al 1984; in questa circostanza, nel 1980, ha fatto anche parte, come corista, del cast dell'opera teatrale di Pier Paolo Pasolini Calderon, in scena al Carignano di Torino per la regia di Giorgio Pressburger. Dal 1984 al 2007 ha svolto il servizio di organista-cantore titolare e direttore delle assemblee liturgiche a: Madonna delle Rose di Torino; a Firenze, dove ha vissuto un anno a San Marco studiando dai Padri Domenicani, in particolare alla scuola del Padre Tito Centi, del francescano Padre Lino Randellini e dell'attore Franco Scandurra;  quindi ha vissuto, per quasi cinque anni, nella città di Chieri (TO) a San Domenico studiando Filosofia e Teologia; qui ha inoltre lavorato, dal 1987 al 1991, nel Duomo  (Santa Maria della Scala), con la Commissione Liturgica e  con i Gruppi Famiglia, accanto a Mons. Gianni Carrù. Nel 1988, si è occupato della pastorale giovanile e liturgica nella Parrocchia San Cristoforo di Vercelli, allora retta dai Padri Domenicani. Ha frequentato, proprio in quegli anni,  la FIST di Torino, studiando Liturgia col domenicano Padre Valerio Ferrua,  e l'Istituto di Musica e Liturgia della Diocesi di Torino, alla scuola di Padre Eugenio Costa jr. e Don Domenico Mosso, partecipando anche agli stages estivi in Trentino Alto Adige con il camilliano Padre Giovanni Maria Rossi e con Don Marco De Florian. Dal 1991 ha ripreso la sua attività  di direzione musicale, per volontà dell'allora Priore della Comunità dei Frati Domenicani di Madonna delle Rose a Torino, Padre Mannes Calcaterra, continuando così la collaborazione col Parroco Padre Giovanni Allocco fino al 2006. Nel  contempo, dal 1992-93, è stato obiettore di coscienza per la Caritas diocesana e ha svolto il servizio civile nel quartiere Falchera di Torino occupandosi, con la direzione di Don Sergio Baravalle e di Fr. Jean Marcel Tefnin, di progetti per la promozione umana dei minori a rischio, lavorando con le agenzie del territorio, in particolare con la Circoscrizione 5, i Servizi Sociali, la Biblioteca Civica Falchera e la Parrocchia Gesù Salvatore. Dal 1993 al 1996 ha collaborato col giornale di quartiere "Gente di Falchera".  Nel 1995 ha pubblicato il libro "Per una nuova scelta" per l'editore Maremmi di Firenze. Nel 1996 ha scritto, sulla vita culturale cittadina, per la testata "Corriere di Torino e dintorni" dell'editore  Giovanni Cordero, diretta da Ennio Pedrini, realizzando interviste e curando la rubrica Religione e Società.   Dal 1997 al 2007 ha diretto la corale della Parrocchia Madonna delle Rose di Torino. Dal 2007 al 2009 ha collaborato per l'animazione liturgica, a Torino, nella chiesa del Monte dei Cappuccini e nella Cappella del CTO e, a Venezia, nella Basilica SS. Giovanni e Paolo, dove ha effettuato anche attività concertistiche. Dal 2008 a oggi, svolge le mansioni di direttore dell'assemblea e organista-cantore nella Parrocchia di San Giorgio Martire a Torino e, periodicamente, anche nella Parrocchia dei Frati Domenicani di Santa Maria di Castello a Genova; collabora inoltre, occasionalmente, come organista liturgico a Torino con la chiesa di Santa Teresa d'Avila, con la Cappella dell'Ospedale Molinette, con la Parrocchia Gesù Adolescente e con quella della Crocetta (Beata Vergine delle Grazie), retta dal Vescovo ausiliare di Torino Mons. Guido Fiandino. Ha composto vari testi e canti per le assemblee liturgiche, fra i quali ricordiamo Inno alla Madonna delle Rose (2002) e Inno a San Giorgio martire (2010) scritto in collaborazione con l'organista Stefano Marino. 
Dal 1991 a oggi Dario Coppola svolge l'attività di docente nelle scuole superiori di Torino e provincia. Dopo una decennale esperienza di attivazione di vari progetti culturali scolastici nella città di Torino, nel 2010 ha fondato con i suoi studenti, nella Circoscrizione 1,  l'Associazione Quintiliano della quale è presidente.