I post di questo dossier si devono leggere partendo dall'alto, cioè dal primo che segue questo avviso.

26.7.07

OBIEZIONE... MA A CHE COSA?


Riuscire a essere esauriente nella definizione di O.d.C. è un'impresa a dir poco ardua, specialmente nelle poche righe di un articolo, ma proviamoci!

Innanzitutto vediamo cosa dice l'ordinamento giuridico. secondo la legge del 1972 è facoltà di ogni cittadino chiamato a prestare il servizio di leva obiettare, cioè scegliere l'alternativa del servizio civile sostitutivo presentando una regolare domanda nei tempi e nei modi previsti dalla legge in base ai propri convincimenti morali, religiosi o sociali.

Questa potrebbe sembrare la spiegazione più ovvia e semplice che però,
pur delineando chiaramente cosa significa prestare servizio civile, spesso conduce al più grosso errore in questo campo: confondere tale servizio con l'obiezione di coscienza.


Il servizio civile infatti è solo un momento della vita di un obiettore, il momento in cui, a una chiamata per prestare un servizio, che non ritiene, secondo coscienza, civile..., questi va contro coscienza, e risponde: "No, non posso!". Egli è fermamente convinto che non può far parte di un apparato che usa la violenza, la sopraffazione, la repressione e, in generale, la logica delle armi come mezzo di risoluzione dei conflitti.


L'obiezione di coscienza è il principio che sta alla base di questa scelta.

Obiettore è colui che, quindi, cerca di vivere pienamente questa mentalità, applicandola nella vita quotidiana, prima e dopo il servizio civile, sforzandosi di modificare, nel suo piccolo, il mondo che lo circonda. L'obiettore, infatti, non può limitarsi a un rifiuto o a un sottrarsi a dei doveri, ma completarsi con un impegno ad agire, affinché ciò per cui lotta diventi realtà quotidiana.

La redazione


Questo articolo è stato pubblicato il 15/01/96 sul periodico Gente di Falchera

Nessun commento: