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25.7.07

LE BALLATE DEI VECCHI OBIETTORI


Non è facile ripresentarsi, senza continuità, sulle pagine di una rubrica come questa. Anche perché essa rappresenta la voce misteriosa e ancestrale di ectoplasmi lontani, di "cavalieri inesistenti", di ricordi congelati... che pur essendo presenti nella memoria di molti amici della borgata, di fatto, qui e ora, non esistono.

Eppure, dietro le quinte di questa comoedia o tragoedia che dir si voglia, c'è chi ordisce e tesse la trama di una proteiforme vicenda dalle alterne stagioni. Sì, è il destino, la Fortuna o sorte, la tyche, per dirla con i classici.


E' impossibile guidare la sorte, poiché la sua cecità è proverbiale, anzi mitologica. Tuttavia, possiamo ancora una volta illuderci, poiché questo è un gioco che si consuma nel teatro della vita stessa e, perciò e peraltro, ci appassiona nella nostalgia e nella tensione infinita.


Illudiamoci così di poter accompagnare, se non proprio la Sorte (con la S maiuscola), le sorti di quel vascello fantasma che, per più di un decennio, ha solcato questi mari e che, mentre stava inseguendo l'equatore, ha smarrito la rotta per precipitare verso il Polo Sud, proprio come l'imbarcazione di quel vecchio marinaio caro a Coleridge.




Gli obiettori (meglio conosciuti dai ragazzi di qualche anno fa col soprannome "gli obby") sperano di manifestarsi presto, ancora una volta, anzi prestissimo!!


Sono continuamente evocati...




E allora, dalle caligini fosche e tenebrose, tutti speriamo che ritornino per restare: è ancora una speranza di pace.


Questo articolo di Dario Coppola è stato pubblicato il 24/12/1997 sul periodico Gente di Falchera






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