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26.7.07

INTERVISTA A DON SANDRO per "GENTE DI FALCHERA" di Dario Coppola



Don Alessandro Monchiero è il nuovo parroco di "Gesù Salvatore", e ritorna a Falchera, perché come dice lui stesso "tutta la borgata possa beneficiare " della sua "opera pastorale, in piena collaborazione con tutti, senza barriere topografiche".


Originario di Bra (Cuneo), 43 anni, don Sandro ha già ricoperto l'incarico di vice parroco a Falchera dal 1977 al 1981.


Successivamente, dal 1981 al 1993, il sacerdote ha svolto il servizio pastorale fuori dalle strutture parrocchiali, al "Corpus Domini" di Torino, dove ha fondato l'associazione IEM (Iniziative di Emergenza) per fronteggiare la richiesta di soccorso dei più bisognosi.


Dal 1993 a oggi, le necessità ecclesiali hanno chiamato e condotto don Sandro ad aiutare la parrocchia "Gesù Cristo Signore" (non lontana da Falchera). Si può dire che, in quel frangente, sia nata dal nulla una comunità attiva e impegnata.


Don Sandro è, ancora una volta, obbediente alla chiamata di Cristo e della sua chiesa.


"Fin da piccolo" - ci dice - "sono stato educato all'obbedienza".


Dal 4 novembre 1995 è, di nuovo, a Falchera mantenendo l'incarico anche presso la parrocchia "Gesù Cristo Signore" di via Scialoja.




Come ci si ritrova, dopo 15 anni di assenza, di nuovo a Falchera?


"Quando si è giovani si vuole incendiare il mondo: ci si vede 'incendiari' di un immaginario 'sessantotto', di un continuo voler cambiare. Quando si invecchia si capisce la differenza tra ideale e realtà. Ma si rischia di passare da 'incendiario' a 'pompiere'; è un pericolo da evitare. Nonostante gli acciacchi di salute, sento ancora la voglia di 'incendiare'. Se è vero che è Cristo è risorto; anche se ci troviamo in una situazione di 'acqua ferma' possiamo, veramente, creare una 'tempesta'".


Cristo stesso è venuto a portare la guerra e non la pace (sia ben inteso il senso); egli è 'una spada', 'un fuoco' venuto a infiammare il mondo. Dunque, con te, don Sandro avremo una ventata di creatività. Il condurre due parrocchie è anche uno stimolo creativo? Ci sarà la possibilità di unire le due parrocchie che tu guidi? E con la parrocchia di San Pio X di Falchera Vecchia quali rapporti vorrai iniziare?


"Non dipende da me; ma, nell'animo, c'è questa voglia di unificazione. Ogni cosa deve però maturare."


Ci sarà un dialogo con i servizi sociali del territorio della VI circoscrizione?


"Lo spero, perché non ho nessun pregiudizio. Importante è la chiarezza e l'unità di intenti, che non ci limita a portare avanti solo le proprie bandiere, ma ci chiama ad aiutare la gente. Gesù dice:'Il vostro parlare sia sì, sì e no, no. Il resto viene dal maligno.'"


Cosa pensi della richiesta (a furor di popolo) fatta dalla gente della Falchera per il ritorno degli obiettori di coscienza della Caritas nel territorio?


"La richiesta è dovuta alla necessità. Il ritorno è voluto dal bene stesso che gli obiettori hanno lasciato. E' un segno. Un segno del bene, corso attraverso il nostro quartiere, le nostre strade alberate, le nostre famiglie: il segno, dal 1993 a oggi, è ancora vivo. E' favoloso sapere che vi siano persone che dedicano del loro tempo agli altri. E non abbiamo bisogno di quegli obiettori che pensano solo al loro stipendio mensile, ma di obiettori convinti."


Anche se guadagnano poco, e lo Stato non pensa molto a loro, finora...


"Io spero nell'intima collaborazione con gli obiettori Caritas del quartiere, con i servizi sociali, con il quartiere, con la biblioteca... sempre in vista del bene di tutti, nell'unità."
dcop
Questa intervista del dicembre 1995 è stata pubblicata su Gente di Falchera

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