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29.7.07

VENTI DI GUERRA E... PACE

Stiamo assistendo con frequenza a un modo particolare di agire (distruttivo) tipico dell'uomo, che impegna se stesso al fine di risolvere i conflitti e, così facendo, ne origina invece, con aberranti paradossi, altri più grandi.
Non può l'uomo controllare, gestire, né contenere tutti i conflitti che da lui stesso partono; l'uomo pensa di cercare in sé l'origine del bene... Anche il ladro cerca un bene al quale tendere, che per lui coincide col rubare, come diceva già san Tommaso.
L'uomo cerca la vita e trova la morte. Un ostacolo si frappone tra l'io e Dio, origine del bene e della vita, per i credenti. Dio, tuttavia, si trova anche nell'uomo, perché essendo ovunque penetra nel cuore umano stesso, come già diceva sant'Agostino.
Non deve abbattersi l'animo umano, già ripiegato su se stesso in una forma di depressione collettiva. La scoperta dei limiti umani, sul piano scientifico (medico, terapeutico...) contribuisce a una regolazione migliore per calibrare le operazioni realmente possibili al meccanismo mentale umano (l'uomo non è certo Dio, non è perfetto...). L'uomo, ripiegato su di sé, si comprende meglio e, dopo qualche brusco sconvolgimento esplosivo, si acquieterà con una capacità in più: l'aver fatto esperienza dei motivi, delle cause e delle conseguenze delle possibilità reali della pace! Non però quella pace dei cimiteri... (r.i.p.!!), facile a realizzarsi laddove c'è assenza di vita, e non solo assenza di guerra. Ma quella possibilità intelligente di opposizione non-violenta, che necessita una dose considerevole di energia vitale da impiegare e spendere per la promozione umana:
  • dalla pace del cuore (l'io, secondo le topiche freudiane)...
  • ...alla pace della persona (la capacità dell'io di incontrare e ben relazionare con un tu)...
  • ...alla pace della comunità (vedendo minacciati gli equilibri di giustizia, le profonde convinzioni pacifistiche si trasmettono, grazie ai movimenti pacifisti, perché possano tradursi presto - non è mai troppo tardi - in costituzioni legislative per affermare il diritto di ognuno alla pace).

Paradossalmente, a conclusione di questo estemporaneo sfogo, ecco emergere una speranza:

più l'uomo evolve e più ha la possibilità di guerreggiare sempre meglio, purtroppo, ma anche ha la possibilità di realizzare sempre meglio la pace... quella vera!

Riempie il nostro cuore di speranza pensare alla notte di Praga, quando un'intelligente e ironica azione di pace ha fatto fallire un piano di guerra: vennero modificati e stravolti tutti i cartelli della segnaletica stradale per disorientare coloro che vagano armati, perché ancora non hanno trovato... la via della pace.

Dario Coppola

Questo articolo è stato pubblicato nel giugno 1993 su Panorama Obiettori

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